Come sarà il mondo del lavoro dopo il Covid

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8 giugno 2022

 

Quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarerà ufficialmente terminata la pandemia sarà un giorno di festa per l’umanità. Quel giorno, a livello globale, è ancora purtroppo assai lontano, mentre qui in Europa occidentale e nel resto del mondo “evoluto” le cose sembrano andare decisamente meglio.

Si incomincia ad intravedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel che, se i comportamenti individuali saranno responsabili durante l’imminente estate, diventerà ogni giorno meno fievole e ci permetterà di affrontare l’autunno con maggiore serenità rispetto all’ultimo anno e mezzo.

Come sarà quindi il mondo del lavoro dopo che avremo debellato l’epidemia almeno a casa nostra?

Questa tragedia lascerà segni indelebili ovunque, ma dovremo ripartire, “ricostruendo” anche l’aspetto dell’interazione sociale, che ritornerà ad essere fisica e non più virtuale. Rimarrà quale eredità una maggior diffusione dello smart working e della flessibilità oraria rispetto al periodo pre-covid. 

Rimarrà anche la consapevolezza di un mondo e soprattutto di un’umanità molto più fragile rispetto a quello che avevamo immaginato fino a non molto tempo fa. Il covid forse sarà anche il viatico per una spinta ecologista reale e non solo dichiarata, con maggiore attenzione, speriamo senza inutili estremismi di sorta, all’effetto che i comportamenti umani hanno sul clima, sull’aria che respiriamo e l’ecosistema in genere. 

Nasceranno quindi nuove professioni sia legate alla conversione delle fonti di energia da fossili a rinnovabili, sia alla sostenibilità in genere della produzione di beni e servizi. Una professione come il consulente per la sostenibilità sarà sempre più richiesto; nel mondo del marketing sanno richiesti copywriter e social media manager specializzati in ambito green, sostenibilità e dintorni. 

Ritornando al tema sanitario, le professioni legate a questo ambito vedranno aumentare da un lato chi desidera intraprendere questo percorso lavorativo, dall’altro la necessità di integrare gli organici assumendo nuovo e numeroso personale. 

Abbiamo compreso, in Italia ma non solo, arrivati al terzo decennio del XXI secolo, che la salute non è un settore da tagliare ad ogni legge finanziaria, bensì un investimento per garantire un futuro a noi stessi. 

Un Euro investito oggi in sanità potrebbe farcene risparmiare decine domani: come si dice, meglio prevenire che curare.

Altre professioni emergenti nel dopo pandemia: sicuramente l’ambito informatico in genere, networking e software in primis, hanno beneficiato enormemente del momento, quindi lo sviluppo delle nuove tecnologie non si arresterà di certo e, anzi, richiederà nuove risorse lavorative. 

Se non fossimo stati nell’era dell’informatica, immaginate quali e quante sarebbero state le maggiori difficoltà nel gestire la situazione legata al lockdown ed alla pandemia in genere. 

Per un bel po’ di tempo ci sarà più lavoro anche per gli psicoterapeuti, vista la pesante eredità che lascerà la costrizione all’isolamento sociale che tutti abbiamo patito. 

Forse anche la scuola dovrà essere davvero ripensata in termini di potenziamento. 

Essa è stata parte essenziale di quel sistema di welfare allargato che, scassato e vituperato quanto si vuole, ha contribuito in modo essenziale a salvare la società dal completo disastro, grazie all’eccellente lavoro delle equipe di sostegno per i ragazzi disabili ed all’organizzazione della DAD, che ha sì molti limiti, ma che non era un servizio poi così scontato e facile da garantire dall’oggi al domani. 

Avremo quindi forse più insegnanti ordinari e di sostegno un domani? Speriamo di sì perché è dalla scuola che si approda al mondo del lavoro e conta davvero molto in che condizioni ci si arriva.

Avrò certamente dimenticato altre professioni che vedranno trasformata la loro essenza o che richiederanno un ripensamento in termini macroeconomici: una su tutte è l’intera filiera dell’oil&gas che subirà certamente cambiamenti radicali dalla spinta ecologista e che dovrà quindi reinventarsi in gran parte per non vedere andare letteralmente in fumo tantissimi posti di lavoro che forse saranno numericamente compensati dalle assunzioni nei settori emergenti, ma, attenzione, perché i nuovi ruoli potrebbero non essere facilmente ricoperti da chi da molti anni fa un mestiere completamente diverso. 

Tutto andrà quindi pensato per tempo, per evitare che il boom di un settore non ne distrugga completamente un altro senza offrire un adeguato paracadute a coloro che oggi vi operano.

E tu quali pensi che possano essere le nuove professioni del dopo covid? 

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